martedì 29 aprile 2008

Martedì 22 Aprile - Domenica 27 Aprile - Ischia (NA): MAMMA VA ALLE TERME





Dopo tanto lavoro un po' di relax !!!!
Si, ... mamma parte per la sua meritata vacanza!!!
E' insieme a Laura, Fernanda e Marilena. Ci ha raccontato che tutto è andato bene come da programma, c'era anche il sole che ha favorito l'abbronzatura!

Noi ce l'abbiamo fatta senza di lei ... anche se dobbiamo dire che la presenza di una mamma fa molto comodo.






Sabato e Domenica 26-27 Aprile Stage con Peter Grutter a TN

In funzione del prossimo stage estivo e di una possibile fattiva collaborazione con il coach di Stefane Lambiel Marcella ha partecipato allo stage di 2 gg presso lo stadio del ghiaccio di TN con Peter Grutter.

E' un signore di oltre 70 anni, fisico asciutto e molto agile sui pattini mentre fa lezione con gli atleti. Ha una buon modo di porgersi con quelli con cui parla o lavora .... sembra una "bella persona". Marcella era attenta e concentrata per tre motivi: dopo tre mesi si presentava in pista con altri insegnanti ed atleti, doveva farsi apprezzare da Grutter ed ottenere che la guardasse in estate ad Obesrtdorf, c'era anche Emanuela Gaia che avrebbe osservato Marcella come tecnico della Nazionale ed avrebbe riportato alla Sig.ra Petrini.
Mi sembra che l'esordio sia stato positivo, in quanto ha fatto bella figura atterrando Salchof, flip e lutz e dimostrando di avere una buona padronanza nei fili, ha presentato buone trottole e passi (c'era anche Edoardo che fino ad oggi ha svolto con lei un ottimo con lavoro) e Grutter ha accettato di allenare Marcella ad Oberstdorf per 4 settimane, da metà luglio al 6 Agosto.
Ovvio questi sono solo "strumenti" che stiamo dando a Marcella, .... poi starà a lei usarli al meglio con impegno e dedizione.

sabato 19 aprile 2008

Venerdì 18 Aprile "Cabaret"


Siamo andati in questo posto (via Fratelli Carle) con Tino e laura. L'ora era tarda (h 22) e speravamo che la Teresa Lallo ci tenesse svegli; l'ha fatto ed anche bene . Siamo usciti dopo mezzanotte soddisfatti per le risate che Teresa (pugliese che vive a Roma e che è venuta a Torino per lo spettacolo) ci ha fatto fare.
Ci torneremo sicuramente, sia per il prezzo (10€ l'ingresso) più la consumazione, sia perchè mi è sembrato un bell'ambiente.
Recensione:
Vive nella capitale ma non smentisce le sue evidenti origini pugliesi. Prima di approdare al cabaret ha lavorato in teatro con le compagnie Bona la prima, Checco Durante e Alfiero Alfieri. La sua formazione deriva dai corsi di recitazione seguiti presso la scuola di Mario Riva e un corso di doppiaggio tenuto dalla straordinaria Isa Di Marzio. La stampa, recensendo lo spettacolo Letti a castello, così si espresso nei confronti di Teresa Lallo: “Abbondante donnona dall’irrefrenabile spontaneità"

sabato 12 aprile 2008

Venerdì 11 Aprile "BEFeD" Birreria-Polleria con I colleghi di Enza

Il reparto Terna "Controlli e Collaudi" ha organizzato una serata in birreria insieme a mogli mariti e figli. Non si poteva mancare ..... tre tavoli:donne uomini e giovani!
Ambiente molto informale: principalmente giovani ma anche meno giovani!
Menu quasi fisso: Arachidi a volontà da prendere a manate all'ingresso in un grosso pentolone e consumarle sul tavolo, riversare le bucce per terra o tirarle sui tavoili degli altri! poi pollo alla brace (buonissimo) con patate e fiumi di birra bionda o rossa.
..... niente posate .... si mangia con le mani e.... tempo di permanenza definito : non più di due ore.

Serata allegra e divertente; poi caffè nel bar vicino e ricerca disperata di un gelato nel centro di settimo, ma invano ... era tutto chiuso, quindi si torna a casa per mezzanotte.
Recensione:
Alle porte di Torino, silenziosamente sorvegliata, a sud-ovest, dalla Basilica di Superga,e con un occhio puntato sulla Mole Antonelliana, simbolo del capoluogo, la città di Settimo Torinese, fino a qualche anno fa appendice della Torino industriale, rivela, oggi, un prezioso scrigno di piacevoli sorprese ai suoi visitatori. Nella parte bassa del paese, lambita dalle acque periferiche del Po, all'interno di una suggestiva costruzione ottocentesca, che un tempo ospitava il mulino cittadino, sorge ora l'Ecomuseo del Freidano.
Si tratta di un polo culturale assai interessante, in cui domina il tema dell’acqua, motore dei vecchi mestieri – le lavandaie, i pescatori di gamberi di fiume – e fonte di energia per le attività produttive della città, come le fornaci o la proto-industria della lavorazione dell’osso, da cui si ricavavano dalle penne ai bottoni.Una sapiente miscela di cose antiche e tecniche multimediali permette al pubblico di ogni età di vedere qualcosa di piacevolmente istruttivo, mai noioso, grazie anche alle possibilità interattive che vengono offerte, come la cabina di regia ed il simulatore delle ruote del mulino ad acqua.Proprio all’interno di questa corte, nei vecchi depositi delle macine, in passato trasformate in gallettificio, fabbrica di biscotti, sorge ora il BEFeD di Settimo: le gallette hanno lasciato il posto ai galletti.
L'idea e l'esperienza.
L'idea BEFeD nasce nel 1996 da quattro imprenditori con una lunga esperienza nella gestione di pubblici esercizi operanti nella ristorazione e nell'intrattenimento.Insieme essi danno vita a Paradyse, società finalizzata allo sviluppo di un nuovo progetto che, dalle iniziali dei loro nomi (Bruno, Elio, Franco e Daniele), viene battezzato BEFeD Brew Pub.
Il concept.
Il concept BEFeD unisce assieme alcuni elementi che si dimostreranno poi essere i cardini del successo della formula:
una birra artigianale di ottima qualità e di facile digeribilità (prodotta in loco secondo le proprie ricette esclusive)
un menù ristretto focalizzato sul galletto alla brace cucinato con il sistema cirasco (frutto di una esperienza diretta di cucina brasiliana)
un atmosfera allegra e poco convenzionale
La birra.
Il locale contiene una vera e propria birreria, la cui area di produzione, fortemente caratterizzata, è ben visibile dalla sala da pranzo.
Di norma sono proposti tre tipi di birra:
bionda lager, fresca e leggera rossa bock doppio malto
una birra speciale del mese la birra viene servita nei tipici boccali o in caraffe da due litri.

venerdì 11 aprile 2008

Giovedì 10 Aprile - Mostra "Canaletto e Bellotto" a Palazzo Bricherasio


Siamo andati io Enza e Ida; la visita era guidata ed organizzata dal circolo ricreativo San Paolo.

I quadri dei due artisti messi quasi sempre a confronto e commentati egregiamente dalla giovane guida che ci ha accompagnati mi hanno affascinato e tutt'altro che annoiato.

Recensione:

Canaletto e Bellotto - L'arte della Veduta
Per la prima volta a confronto le opere di Antonio Canal, detto il Canaletto e del nipote e allievo Bernardo Bellotto nelle sale di Palazzo Bricherasio.
Grazie a prestiti provenienti da tutto il mondo, alla curatela di Bożena Anna Kowalczyk, uno dei massimi esperti del vedutismo veneziano, e alla felice intuizione della Fondazione CRT- senza il cui determinante sostegno la mostra non sarebbe stata realizzata - l'esposizione che apre il 14 marzo nelle sale di Palazzo Bricherasio si preannuncia già da ora come una delle più importanti della stagione espositiva italiana.
"Un progetto straordinario" - spiega Alberto Alessio, presidente della Fondazione Palazzo Bricherasio - "che si è potuto realizzare solo dopo averne parlato con il Professor Comba, presidente della Fondazione CRT; è solo grazie al loro intervento che il pubblico potrà ammirare i maggiori capolavori dei due più importanti vedutisti veneziani."
La rassegna è dedicata al rapporto artistico tra i due grandi Maestri, uno dei problemi più affascinanti della storia dell'arte del Settecento. Per la prima volta, le opere di Canaletto e Bellotto saranno esposte le une a fianco delle altre, consentendo un immediato confronto fra stili, tecniche e composizione.
La sezione introduttiva è concepita per mostrare quei dipinti di Canaletto che hanno costituito una pietra miliare nell'apprendistato di Bellotto, quali due importanti vedute di Venezia provenienti dalle collezioni reali inglesi, mentre un gruppo di vedute veneziane eseguite dall'Allievo nelle prime fasi della sua carriera rappresenterà lo sviluppo dello stile e delle acquisizioni tecniche del pittore più giovane a Venezia. La maggior parte di questi dipinti è stata tradizionalmente attribuita a Canaletto, mentre solo di recente sono stati riconosciuti come opera di Bellotto.Le tele, che provengono da collezioni europee e americane pubbliche e private, saranno esposte per la prima volta insieme, offrendo un'opportunità eccezionale per studiosi e visitatori. In molti casi sarà possibile confrontare direttamente composizioni simili di Canaletto e Bellotto e apprezzare il talento precoce e l'importanza del ruolo dell'allievo nello studio di Canaletto, messo in particolare evidenza dai disegni preparatori.
La serie di vedute romane, opera del Maestro e dell'Allievo, costituisce una sezione importante della mostra, poiché fa risalire l'inizio dell'indipendenza di Bellotto al suo viaggio a Roma nel 1742. Le belle vedute di Firenze e Lucca mostrano il raggiungimento di uno stile proprio, di una tecnica e di una composizione peculiari. Una delle maggiori ambizioni del Bellotto è quella di dipingere composizioni panoramiche. Queste aspirazioni furono realizzate per la prima volta nel 1745, con la commissione di due splendide vedute di Torino da parte di Carlo Emanuele III (1701-1773), Duca di Savoia e Re di Sardegna; in mostra sarà presente la Veduta del vecchio ponte sul Po a Torino concessa dalla Galleria Sabauda di Torino. Una serie di dipinti eseguiti nel 1744, immediatamente prima di raggiungere Torino - le vedute di Milano, Gazzada e Vaprio - illustrano il progresso graduale e significativo nell'espressioni artistica del Bellotto.
Nel 1746 Canaletto parte per Londra e l'anno successivo Bellotto raggiunge la corte di Dresda. Nel corso dei dieci anni di soggiorno in Inghilterra, Canaletto enfatizza la propria visione raffinata e poetica, sempre più squisitamente decorativa e rococò, mentre Bellotto, in qualità di pittore di corte a Dresda, Vienna, Monaco e Varsavia, esprime appieno la propria tendenza caratteristica verso il realismo e l'interesse per la natura e il paesaggio. Per la mostra è stata selezionata una serie delle opere più significative della maturità dei due artisti.
Le origini comuni della pittura vedutista di Canaletto e Bellotto saranno enfatizzate, oltre che dalle diverse interpretazioni degli stessi temi, dalle composizioni panoramiche, dai paesaggi, dalle figure e dall'approccio ai capricci. Proprio a quest'ultimo genere sarà dedicata un'intrigante sezione della mostra, che evidenzierà la profonda relazione tra le composizioni dei due artisti in periodi diversi delle rispettive carriere.
La selezione di cinquanta disegni provenienti da collezioni pubbliche europee e americane - molti dei quali legati ai dipinti della mostra - illustreranno i procedimenti utilizzati nello studio di Canaletto, dagli schizzi della prima idea, agli studi delle composizioni o dei dettagli fino alla creazione della vedute finite. La serie completa di acqueforti di Canaletto e otto piccole prove di Bellotto cocludono la sezione grafica della mostra.
Il percorso espositivo, infine, sarà completato da una sala allestita con "vedute ottiche", "mondi niovi" e "camere oscure" appartenenti alle Collezioni del Museo Nazionale del Cinema di Torino.

giovedì 10 aprile 2008

Mercoledì 9 Aprile - "parlami di me" con Christian de Sica al Teatro Alfieri


Altra bella serata di teatro con Ida ed Enza; Christian è bravissimo canta, recita ed è accompagnato da un corpo di ballo ed un'orchestra con una ventina di elementi.

Racconta la sua storia, il suo essere figlio di Vittorio a cui dedica molte canzoni, e la faticosa ma gratificante (specie nei ricordi) vita dell'artista, sia di quello che riesce a sfondare che degli altri.

Ecco la recensione:
Non è un one man show, anche se il protagonista si cimenta con tutti i generi dello spettacolo dal vivo, e nemmeno lo stand up di un mattatore in vena di ricordi, ma un musical vero e proprio che, attraverso l'esperienza e i gusti di questo particolarissimo figlio d'arte, parla del teatro e degli attori, con affettuosa ironia e convinta partecipazione. De Sica - talvolta con il supporto di grandi proiezioni evocative - racconta la sua vita, gli inizi, i grandi maestri a cui si è riferito, a cominciare da suo padre, ma parla anche della responsabilità di portare cotanto nome, del suo amore per la musica, della sua predilezione per il jazz, lo swing, rende omaggio ai grandi miti della scena canora americana e si cimenta alla sua maniera con grandi classici del teatro come Goldoni e Shakespeare. In parallelo - anche attraverso l'uso degli interpreti nelle coreografie - corre la storia minima della improbabile compagnia che lo affianca, rappresentando tutti i vezzi, i vizi, le ambizioni, la tenacia e la passione dei teatranti.